Esiste la distinzione tra sistema di numerazione additivo e sistema di numerazione posizionale (attuale). Il secondo sistema è quello che si è utilizzato dal X secolo in poi soppiantando in maniera definitiva quello additivo.
Alcune popolazioni primitive non riescono a riconoscere i numeri oltre al 3, ad esempio i Pigmei in Africa; essi riescono a concepire il numero 2, quello che viene oltre invece viene considerato tanto, troppo.
Nella società rurale o contadina, la prima necessità di avere il concetto di quantità e di numeri nasce dall’esigenza di non aver perso o smarrito ad esempio una pecora per un pastore, degli ortaggi per un agricoltore. Si parla, in questo caso, di conteggio per comparazione ossia ogni volta che passava una pecora si spostava un sasso; il pastore si accorgeva della mancanza di una pecora solo osservando se dal mucchietto di sassi ne fosse rimasto uno. Il pastore non sa quante sono le pecore ma sa quando ne manca una e se dovesse nascerne è sufficiente aggiungere un sassolino. In realtà quello che gli serve è solo il sapere se vi sono o non vi sono le pecore!
Dal conteggio per comparazione si è arrivati al conteggio per successione. Ossia prima si comparavano (confrontavano) oggetti pecore con sassi; quest’ultimi disomogenei non identificativi. Si è arrivati quindi a contare tramite i proprio corpo ad esempio per arrivare a 7 si contavano le cinque dita poi il polso e poi il gomito. Quindi se si dice due gomiti si sa già che si è arrivati a contare fino a 14!
L’uomo ha cominciato a contare a base due: due occhi, due orecchie, due mani, due braccia, due persone uomo e donna. In seguito si è passato alla base 5 esattamente come sono le cinque dita di una mano.
Ma usando la base 5 si può contare solo fino a 30 ossia ogni volta che si finisce di contare si usa l’altra mano al termine delle cinque dita si può contare ancora fino a 5 ma poi tutto finisce!