Le memorie di massa, nonostante offrano molteplici vantaggi comportano alcuni limiti che abbiamo già in parte citato. Limiti di dimensioni: lo spazio utilizzabile in modo gratuito non è illimitato e a volte può risultare inadeguato per le proprie esigenze, esempio la versione gratuita di Dropbox mette a disposizione solo 2GB di spazio, GDrive ne mette a disposizione 15GB.
Naturalmente è possibile incrementare lo spazio a disposizione dietro il pagamento di un canone annuo.
Limiti di tempo: la cronologia delle revisioni ha una durata massima. Per questo tempo è possibile ripristinare una modifica fatta precedentemente su un documento: oltre questo tempo non sarà possibile recuperare versioni modificate o eliminate di un file.(es. Dropbox gratuito conserva gli snapshot 30gg)
Restrizioni di condivisione: la condivisione di file e di cartelle potrebbe essere limitata agli utenti iscritti al servizio (si pensi a Google Drive e altri…) oppure può essere presente un numero massimo di account ammessi ad accedere a file e cartelle
Per memoria di massa online si intende la possibilità di archiviare file e cartelle su server remoti, messi a disposizione da provider e accessibili attraverso la rete Internet.
Questo servizio viene definito Cloud Storage, ovvero “archiviazione di dati sulla nuvola”.
Esso è alla base della collaborazione online, in quanto i dati sono presenti su uno spazio accessibile a più utenti in contemporanea senza limiti orari o geografici. Inoltre può anche essere utilizzato per il trasferimento di file troppo grandi per essere inviati via mail.
Questi servizi hanno la possibilità di impostare limiti di tempo per la fruizione di dati da parte di utenti esterni (i dati rimangono disponibili solo per alcuni giorni o settimane) o di impostare delle restrizioni alla condivisione (accesso, impostazioni di modifica, lettura sono gestite dall’utente che gestisce il servizio).
Esempi di cloud storage sono Dropbox, OneDrive di Microsoft, Cloud Drive di Amazon,Box.net, SugarSync, Ubuntu One, Comodo Cloud, iCloud per gli utenti Apple e Drive di Google.
Per utilizzare uno strumento di collaborazione online è necessario registrarsi come account per ottenere le credenziali d’accesso. Se, ad esempio, volessimo utilizzare Skype, accediamo al sito www.skype.com/it/, quindi, nella home-page si clicca sull’icona Inizia. Viene visualizzato un modulo online in cui debbono essere inseriti i dati richiesti. Quelli contrassegnati da asterisco sono obbligatori.
Per confermare la registrazione è necessario leggere le condizioni d’uso di Skype e l’informativa sulla privacy Skype, cosa che, per pigrizia, purtroppo quasi nessuno fa. Dopo aver letto le informative si confermano i vincoli e le condizioni cliccando sull’icona Accetto – Avanti. Il percorso di creazione del nuovo account si conclude con la schermata che invita a scaricare la versione di Skype per il proprio sistema operativo. L’installazione è guidata ed estremamente semplice.
Per utilizzare DropBox, si deve scaricarlo ed installarlo , quindi si deve creare il proprio account DropBox. Alla fine dell’installazione si visualizza la finestra di configurazione di DropBox dove si clicca su Registrati in basso a sinistra nella finestra. Questo modifica i campi da riempire per creare un nuovo account; dopo aver inserito i dati richiesti, si spunta la casella Accetto i Termini e si clicca sul pulsante Registrati.
Avvenuta la registrazione, sarà automaticamente creata nel pc la cartella My Dropbox o Dropbox dentro Documenti. Tutti i file che verranno salvati/incollati dentro questa cartella saranno automaticamente inviati anche al proprio spazio online sul sito Dropbox (che ovviamente è reso privato tramite user e password). È possibile creare nuove cartelle nel proprio spazio online che, automaticamente, si creeranno anche sul proprio pc nella cartella My Dropbox e viceversa. Disinstallando Dropbox, l’applicazione verrà rimossa dal computer. Una volta rimossa, il menù Dropbox non verrà più visualizzato e i file non saranno più sincronizzati nella cartella Dropbox.
Creazione di un account Google Con un account Google puoi accedere a prodotti Google quali Gmail, Google+, YouTube e altri ancora avvalendoti di un unico nome utente e una sola password. Un account Google contiene un indirizzo Gmail e un profilo Google+ che ti aiuteranno ad avere un’esperienza più ricca e personalizzata tra i prodotti Google.
Quindi andiamo alla pagina https://accounts.google.com/signup?hl=it compilare i campi come richiesto e cliccare su Passaggio successivo
Tre sono i servizi principali che sono a supporto degli strumenti di collaborazione online, ovvero il VoIP, i sistemi di messaggistica IM e la condivisione di documenti. Per ognuno di questi servizi sono a disposizione diversi software che offrono delle specifiche peculiarità.
Il VoIP è un sistema di comunicazione che permette di effettuare comunicazioni telefoniche tramite la rete Internet e proprio per questo è un sistema più economico rispetto alla rete telefonica tradizionale. (Voice over IP), i principali servizi VoIP sono Skype, ooVoo, Jitsi, Gizmo5, VoipStunt, Google Talk, indoona, Viber, e tanti altri.
I software di Instant Messaging (Messaggistica istantanea) includono le applicazioni che forniscono strumenti per collegarsi tra utenti tramite chat al di fuori del browser. Possono anche fornire servizi di videochat o, addirittura le chat di gruppo. Ne esistono di vario tipo: i più famosi sono Yahoo Messanger, Hangout (ex Google Talk), Skype, Msg, AIM (AOL Instant Messenger), ICQ, WhatsApp, Messenger di Facebook, Telegram ecc.
Le differenze principali rispetto alla posta elettronica o altri tipi di chat sono non solo nella brevità dei messaggi o nella velocità della loro consegna, ma anche nel fatto che, il modello di comunicazione sia sincrona.
La condivisione di documenti avviene abitualmente all’interno del browser, attraverso servizi di cloud computing, quindi parliamo di spazi di archiviazione on-line che danno la possibilità di accedere ai file ai nostri collaboratori con regole da noi stabilite. Spesso però è possibile installare le rispettive applicazioni sul proprio dispositivo, fisso o mobile, per poter sincronizzare i dati presenti sul proprio pc e condivisi tramite gli archivi online.
I servizi più diffusi sono Google Drive, Dropobox, SkyDrive, iCloud, box: tutti disponibili sia attraverso Interfaccia web che tramite installazione di software sul proprio dispositivo. Monti di questi servizi di archiviazione on-line offrono servizi di editing dei documenti o funzioni di playing media.
La funzione del firewall è quella di agire da filtro controllando tutto il traffico proveniente dall’esterno e quello generato all’interno della nostra rete e/o del nostro computer, permettendo il passaggio soltanto al traffico autorizzato, agendo sui pacchetti in transito da e per la zona interna potendo eseguire su di essi operazioni di controllo, modifica e monitoraggio.
Considerato quanto sopra accennato, si comprende la necessità di modificare l’impostazione del firewall, dall’utente privato o dall’amministratore della rete in modo da autorizzare gli accessi alle applicazioni di collaborazione e negare l’accesso a connessioni abusive. (vedi modulo IT Security, capitolo 3 del syllabus)
Per poter utilizzare in modo completo i servizi di collaborazione online, oltre alla connessione a internet, è opportuno disporre di alcuni dispositivi hardware:
•la webcam è una piccola telecamera che permette di trasmettere le immagini in movimento e viene usata per la videoconferenza. La maggioranza dei dispositivi mobili (notebook, smartphone, tablet) dispone di una webcam integrata. Nei computer desktop in genere si usa una webcam esterna, collegata tramite cavo USB;
•il microfono permette di catturare e digitalizzare dei suoni, tipicamente la voce di chi partecipa a una telefonata VoIP o a una videoconferenza. Anche per questo apparato è integrato nei dispositivi mobili, mentre è esterno in un computer desktop, collegato generalmente all’apposito ingresso della Microfono scheda audio
•gli altoparlanti permettono di ascoltare suoni, tipicamente la voce della Altoparlanti persona con la quale si sta effettuando una telefonata VoIP o dei partecipanti a una videoconferenza.
Le applicazioni collaborazione online sono App Web based; le loro funzionalità vengono utilizzate all’interno del browser (anche se in alcuni casi è necessario installare un’apposita applicazione). Quando si utilizzano funzionalità all’interno del proprio browser, qualunque esso sia, è possibile che venga richiesto di estendere le funzionalità del browser attraverso i plug-in. Quando ciò avviene il browser notifica all’utente la necessità di installare un plug-in e spesso viene automaticamente reindirizzato sul sito del plug-in di riferimento. I casi più diffusi sono quelli di Adobe Flash Player e Java. Molti servizi mettono a disposizione un plug-in proprietario che implementa le funzionalità del browser adattandolo al servizio, quando accediamo il software che gestisce il servizio ispeziona il browser e in assenza del plug-in notifica la necesità di istallarlo. Ogni browser ha una sua gestione dei plug-in. Prendiamo in esame la gestione dei Plug-in dei tre Browser più diffusi.
Mozilla Firefox: •dal menù Strumenti ( in windows prima il tasto Alt) –> Componenti aggiuntivi ; •dal pulsante Strumenti (l’icona con 3 strisce orizzontali) selezionare l’icona Componenti aggiuntivi
Google Chrome: •dal menu Impostazioni selezionare Estensioni; •dalla barra degli indirizzi digitare chrome://extensions/.
Internet Explorer: Tasto Alt, dal menu Strumenti scegliere Gestione componenti aggiuntivi
Come in ogni cosa ci sono aspetti positivi e aspetti negativi, l’utilizzo del Cloud Computing presenta alcuni rischi che è bene tener presente:
•Dipendenza da provider: i servizi non vengono gestiti dall’utente o dall’azienda, ma direttamente dal provider che gestisce il servizio. In caso di malfunzionamento delle strutture del provider, possono esserci delle ricadute operative sul proprio servizio. Inoltre, questo potrebbe ostacolare la migrazione del servizio da un provider verso un altro;
•Controllo dei dati: la sicurezza dei dati è affidata dall’utente ad un fornitore di servizi, dal quale l’utente dipende totalmente;
•Potenziale perdita della privacy: le leggi sulla gestione di dati di terzi norma il trattamento dei dati affidati ai provider, ma questi sono esposti a possibili attacchi informatici;
•Possibile incremento delle infezioni da malware: come già detto precedentemente, le attività completamente online possono essere maggiormente a rischio di attacchi di malintenzionati.
Utilizzare i servizi cloud ha diversi vantaggi:
•riduce i costi rispetto all’installazione degli applicativi sui dispositivi e il costo dei dispositivi stessi in quanto non necessitano di requisiti minimi molto elevati;
•permette di lavorare in mobilità, ovvero, ovunque utilizzando qualsiasi tipo di dispositivo, a condizione che sia possibile connettersi a internet;
•è scalabile, quindi dà la possibilità adeguare lo spazio disponibile, le risorse e le applicazioni utilizzabili in base alle esigenze, che possono variare nel corso del tempo, e quindi ottimizzare la spesa;
•le applicazioni vengono aggiornate automaticamente dal gestore pertanto non devono essere modificate sui dispositivi utilizzati, riducendo i costi di manutenzione.
È noto come, utilizzando varie tipologie di unità di elaborazione (CPU), memorie di massa fisse o mobili, memorie RAM, dischi rigidi interni o esterni, Cd/DVD, eccetera, un computer sia in grado di elaborare, archiviare, recuperare programmi e dati. Nel caso di computer collegati in rete locale (LAN) o geografica (WAN) la capacità di elaborazione, archiviazione e recupero può essere estesa ad altri computer e dispositivi remoti dislocati sulla rete stessa. Gli utenti collegati ad un cloud provider possono svolgere tutte queste mansioni, anche tramite un semplice internet browser utilizzando software remoti non direttamente installati sul proprio computer e salvare dati su memorie di massa on-line predisposte dal provider stesso sfruttando sia reti via cavo che senza fili.
Struttura del Cloud Computing SaaS (Software as a Service) – Consiste nell’utilizzo di programmi installati su un server remoto, cioè fuori dal computer fisico o dalla LAN locale, spesso attraverso un server web. Questo acronimo condivide in parte la filosofia di un termine oggi in disuso, ASP (Application service provider). PaaS (Platform as a Service) – Invece che uno o più programmi singoli, viene eseguita in remoto una piattaforma software che può essere costituita da diversi servizi, programmi, librerie, etc. (es. servizi di hosting web) IaaS (Infrastructure as a Service) – Utilizzo di risorse hardware o virtuali in remoto. La caratteristica dello IaaS è che le risorse vengono istanziate su richiesta o domanda al momento in cui una piattaforma ne ha bisogno. DaaS (Data as a Service) – Con questo servizio vengono messi a disposizione via web solamente i dati ai quali gli utenti possono accedere tramite qualsiasi applicazione come se fossero residenti su un disco locale. HaaS (Hardware as a Service) – Con questo servizio l’utente invia dati a un computer in rete che li elabora e li restituisce all’utente iniziale.
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