E’ buona norma inizializzare le variabili. La dichiarazione avviene specificando la parola chiave var seguita dal nome della variabile ed assegnando il suo valore iniziale.
una variabile non ha visibilità globale se definita in una funzione. Una funzione viene indicata con la parola function con i relativi parametri e seguita dalle parentesi graffe.
Esistono gli operatori ++ e –.
Una stringa di caratteri è un insieme di caratteri racchiusi tra apici singoli o doppi.
\n va a capo all’interno di una stringa racchiusa tra doppi apici.
Concatenazione
La concatenazione tra stringhe avviene con l’operatore +.
IF
Il costrutto if else è lo stesso usato per il C++.
Operatori booleani
! negazione logica
&& and logico
|| or logico.
== uguaglianza
=== se si vuole verificare che due valori siano gli stessi al di là delle conversioni. Se sono di tipo diverso restitusce false (operatore di identità).
In JavaScript è meglio sempre usare === osì si evita la conversione.
Casting implicito
se in un contesto viene richiesta una stringa e viene usato un numero, allora si ha la trasformazione in stringa e viceversa.
Vettore
Un vettore si definisce tra parentesi quadre.
la parola length mi fornisce la lunghezza del vettore.
A differenza di altri linguaggi esistono vettori non omogenei e di accede tramite l’indice.
v.length mi fornice la lunghezza del vettore.
Iterazione e cicli
Si ha la stessa costruzione del C++.
Eccone un esempio:
Let
Definisce una variabile permette di dichiarare variabili limitandone la visibilità ad un blocco di codice, ad un assegnazione, ad un’ espressione in cui è usata.
ontrariamente alla parola chiave var, che invece definisce una variabile globalmente in uno script o localmente in un qualunque blocco di codice di una funzione.
Eccone un esempio:
Si noti che ho utilizzato il codice console. Nel post successivo descriverò come attivare la console Java e la sua visualizzazione.
1995 nasce JavaScript per opera dei realizzatori di Netscape.
Si intercetta l’evento di apertura o chiusura di una pagina, il clic di un pulsante su una form, il cambiamento del contenuto di un campo di inserimento di un testo, la manipolazione di una pagina, aggiungere un campo in una formo una riga in più a una colonna e così via.
questo piccolissimo script produce questo output:
Uno dei problemi più grandi per gli sviluppatori di pagine web è creare la compatibilità tra i vari browser per questo è nato un consorzio che disciplina la problematica: Word Wide Web Consortium o W3C.
JavaScript resta un nome proprietario di Netscape e ci si riferisce allo standard ECMAScript. ECMA internation (http://www.ecma-international.org) fornisce lo standard di sviluppo.
Netscape stava cercando di sviluppare un nuovo linguaggio che potesse essere usao all’interno delle pagine HTML; stiamo parlando del 1995 con Brendan Eiched.
Il nome doveva essere LiveScript ma si stava affacciando il nuovo linguaggio Java della Sun Microsystems. A questo punto è cambiato il nome in Javascript.
Uno degli effetti più divertenti ad esempio è quello di cambiare l’immagine quando il cursore si pone sopra l’immagine esistente.
Appena vado sopra l’immagine essa mostra un’altra immagine.
Un altro ambito è quello di controllare la presenza o meno di un elemento in una form.
Le interfacce, come le classi astratte, sono delle classi speciali che non possono essere istanziate ma soltanto implementate.
Praticamente esse delineano la struttura di una classe. La dichiarazione di un’interfaccia è simile a quella di una classe, ma include soltanto metodi (privi di implementazione) e costanti
quindi si vede che ho implementato solo dei metodi.
Poi in questa classe implemento i metodi precedenti:
in quest’ulteriore classe implemento nuovamente la stessa interfaccia:
Inoltre, dato che entrambe le classi implementano l’intefaccia IUser, è possibile tramite i metodi setPartner di ognuna, impostare un partner di tipo UserA ad un’istanza di tipo UserB e vice versa
Le classi astratte invece sono un sistema che permette di definire classi parzialmente completate che lasciano l’implementazione di alcuni metodi alle sottoclassi.
Una classe astratta deve essere definita utilizzando la parola chiave abstract; lo stesso vale per quei metodi astratti della classe .
Una classe astratta non può essere istanziata.
Per capire l’importanza ecco un piccolo programma:
Qui si nota che ho definito un attributo private ed uno public.
l’attributo pubblico può essere usato dalla variabile c mentre l’attributo privato non può essere usato all’esterno.
Il concetto di area però è un concetto astratto nel senso che può essere usato da tutte le figure ossia devo usare una sottoclasse che adatta il concetto di area alla figura generica.
In un database ad esempio la busta paga è un concetto astratto che deve essere poi usata nelle sottoclassi per adattarle ai vari dipendenti!
E’ sufficiente definire le classi della superclasse con l’attributo final, a questo punto le sottoclassi non possono fare l’overriding.
ecco l sorgente senza l’evidenziazione
Ecco il messaggio che compare:
Si può definire anche una classe final in maniera tale che non possa mai avere una sottoclasse.
il messaggio che comparirà sarà:
Ad esempio si può usare quando definisco una classe con le caratteristiche di un amministratore e quindi non deve essere creata una sottoclasse che eredita gli attributi e i metodi della superclasse
Il componente Jbutton è caratteristico di ogni applicazione windows ed ad esso si associa sempre un particolare evento cliccandoci sopra.
In questo esempio che descriverò riga per riga si deve conoscere come si gestiscono le classi, il costruttore e poter accedere ai metodi delle superclassi.
Il layout non è perfetto in quanto bisogna capire nei dettagli come impostare l’ordine dei pulsanti.
Il programma è complesso per cui lo commento riga per riga.
qui aggiungo tutti i componenti JFrame, JLabel, JButton e JTextField.
Definisco la dimensione del frame, ed aggiungo i componenti al pannello.
qui chiamo l’azione che deve essere associata al pulsante che effettuerà la somma. Passo alla classe Somma i tre JTextField che ho chiamato Test1, Test2 2 Test3.
Analizzo ora la classe somma.
nella classe somma implemento il metodo ActionListner. Inoltre definisco tre attributi private a cui posso accedere solo con il metodo public Somma per poterlo manipolare nel metodo actionPerformed che mi serve per gestire l’azione click sul pulsante.
Nel metodo actionPeformed vado a fare il cast passando da stringa a numero. Quindi effettuo la somma che viene passata al valore del JtextField che viene valorizzato con il metodo setText. Con getText prendo il valore del campo testo con setText invece valorizzo il campo.
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