[:it]TPSIT – Windows: server per le reti e per il Web – Il server Web[:]

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Kandiskij

Il protocollo più utilizzato nella rete Internet è HTTP (HyperText Transfer Protocol) che permette la navigazione tra le pagine dei siti Web.

Si osservi che questo tipo di server riguarda non solo la rete Internet, ma una qualsiasi rete a cui appartiene un server Web, cioè il server che organizza e conserva i contenuti Web (abbreviazione di World Wide Web), per gli utenti della rete, che accedono ad essi tramite il browser.

Il browser può essere anche definito come il programma client per il Web. Il server Web standard per l’ambiente Windows è IIS (Internet Information Service).

Consente inoltre di eseguire applicazioni scritte con i linguaggi di scripting: normalmente per Windows si usa il linguaggio ASP (Active Server Pages) e la sua evoluzione ASP.NET. ASP.NET è un ambiente di programmazione orientata agli oggetti per realizzare applicazioni Web lato server che utilizzano codice compilato.

Per installare il server Web in Windows Server, occorre scegliere l’opzione Aggiungi ruoli e funzionalità (nella finestra Dashboard di Server Manager, oppure dal menu Gestione in alto a destra) che attiva la procedura guidata per l’installazione, in modo del tutto analogo a quanto visto in precedenza per i server DNS e DHCP. Il ruolo da installare è indicato come Server Web (IIS). Nelle Funzionalità aggiuntive è suggerita l’installazione dello strumento Console di gestione IIS per facilitare l’amministrazione del server attraverso un’interfaccia grafica.

Si può verificare l’avvenuta installazione del server Web aprendo un browser (per esempio, Internet Explorer) e digitando nella barra dell’indirizzo: http://127.0.0.1 oppure http://localhost
Entrambi gli indirizzi indicano l’interfaccia di loopback della quale si è già parlato in precedenza. Se il server Web è attivo ed è stato correttamente configurato, si ottiene la visualizzazione di una pagina di benvenuto.

La stessa videata si ottiene dal browser di un computer client, collegato alla stessa rete del server, scrivendo nella casella del browser l’indirizzo IP del server, per esempio: http://192.168.56.1/
La pagina visualizzata contiene anche un collegamento (link) che rimanda al sito Internet del server IIS: http://www.microsoft.com/web/.
Per configurare e gestire IIS, dal menu Strumenti in alto a destra, si seleziona Gestione Internet Information Services (IIS).

Il riquadro di spostamento, a sinistra, si chiama Connessioni e consente di selezionare il proprio server. Il riquadro a destra Azioni presenta le opzioni per gestire il server, in particolare: Riavvia, Avvio e Arresto del server Web.

Nella zona centrale si trova il pannello di controllo che permette di eseguire le operazioni di configurazione e manutenzione avanzate: ASP.NET, gestione degli utenti, delle autorizzazioni e dei file di log.

È importante impostare il nome della pagina principale del sito Web, perché è la pagina che viene visualizzata quando l’utente digita nel browser solamente l’indirizzo del sito, senza indicare una pagina specifica.

Nella sezione IIS, la scelta Documento predefinito consente di inserire i nomi delle pagine principali: di solito i nomi della pagina principale sono index.html oppure default.htm, ma anche default.aspx per indicare una pagina ASP.NET.

I nomi sono elencati in ordine di priorità nella ricerca, cioè se il primo nome non viene trovato, si passa al successivo.

Per esempio, per il server Web locale (localhost), se l’utente digita nella casella Indirizzo del browser: http://127.0.0.1
il server carica la pagina index.html impostata come pagina di partenza del sito Web.
Il sito Web può essere testato anche selezionando il sito nel riquadro Connessioni a sinistra e scegliendo Esplora *:80(http) nel riquadro Azioni a destra, nella sezione Esplora sito Web.
Nel riquadro a sinistra Connessioni, è presente anche l’elenco dei siti gestiti dal server. Se non è stato creato alcun sito personale, viene visualizzato solamente Default Web Site (Sito Web predefinito), cioè il sito corrispondente all’installazione iniziale del server Web. Dopo aver selezionato il sito, facendo clic su Esplora, nel menu del tasto destro del mouse oppure nel riquadro a destra Azioni, viene visualizzato l’elenco dei file e delle sottodirectory che compongono il sito Web. Questi file si trovano fisicamente nella directory C:\inetpub\wwwroot del server, che viene creata automaticamente al momento dell’installazione del server IIS. Questa è la directory dove occorre memorizzare i file (pagine Web, immagini, video, ecc.) che rappresentano le risorse del sito Web, solitamente organizzate in sottodirectory.[:]

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[:it]TPSIT – Windows: server per le reti e per il Web – Assegnazione dinamica degli indirizzi IP [:]

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kandiskij

Kandiskij

Quando un computer si connette alla rete deve possedere un indirizzo IP univoco nella rete stessa. Come abbiamo visto nei capitoli precedenti. l’assegnazione dell’indirizzo IP può avvenire in due modi differenti:

• in modo statico, quando il computer mantiene sempre lo stesso indirizzo;

• in modo dinamico, quando l’indirizzo viene assegnato al momento della connessione. Il protocollo utilizzato per assegnare indirizzi IP in modo dinamico alle interfacce di rete che ne fanno richiesta si chiama DHCP (Dynamic Host Configuration Protocol).

Si osservi che, per installare il server DHCP, occorre che il server abbia già assegnato un indirizzo IP statico.

Per l’assegnazione di un indirizzo IP statico si deve aprire il Pannello di controllo (dalla schermata Start) e scegliere Reti e Internet, Centro connessioni di rete e condivisione: effettuare le impostazioni della scheda di rete, modificando le proprietà di IPv4.

Per installare il server DHCP in Windows Server, occorre scegliere l’opzione Aggiungi ruoli e funzionalità (nella finestra Dashboard di Server Manager, oppure dal menu Gestione in alto a destra) che attiva la procedura guidata per l’installazione.

Come per l’installazione del server DNS, vista in precedenza, le finestre di dialogo richiedono in successione: il tipo di installazione, il server in cui installare il ruolo, la selezione del ruolo all’interno dell’elenco dei ruoli, l’aggiunta delle funzionalità necessarie per il server.

Alla fine occorre confermare con un clic sul pulsante Installa.

Al termine dell’installazione il sistema richiede la configurazione del server, che può essere fatta con la scelta Completa configurazione DHCP.

La configurazione guidata post-installazione DHCP richiede la creazione dei gruppi di sicurezza (DHCP Administrators e DHCP Users).

Se l’installazione termina correttamente, nel Dashboard di Server Manager, viene aggiunto un nuovo riquadro di anteprima per il ruolo DHCP. Facendo clic sul nome del server, si ottengono le informazioni di dettaglio.

Il gestore del server DHCP viene aperto facendo clic su DHCP nel menu Strumenti in alto a destra. Le scelte per la gestione del server sono contenute nel menu Azione della finestra DHCP.

Nello stesso menu Azione, dopo aver selezionato il nome del server nel riquadro di spostamento a sinistra, è presente la scelta Tutte le attività che comprende anche le opzioni per avviare, fermare o riavviare il server. Facendo clic su IPv4, viene richiesta la creazione di un nuovo ambito, con la scelta Nuovo Ambito dal menu che si apre facendo clic con il tasto destro su IPv4 oppure dal menu Azione. L’ambito, indicato in inglese con il termine scope (visibilità), consente di distribuire indirizzi IP ai computer della rete.

La creazione guidata dell’ambito richiede i seguenti dati: • Nome e Descrizione, il nome e la descrizione del gruppo di indirizzi.

• Indirizzo IP iniziale, l’indirizzo minore, per esempio 192.168.1.100 • Indirizzo IP finale, l’indirizzo maggiore, per esempio 192.168.1.199.

• Subnet Mask, la maschera di rete.

• Esclusioni e ritardo, gli indirizzi IP che devono essere esclusi e il ritardo prima che il server offra un indirizzo IP (DHCPOFFER).

• Durata del lease, cioè dell’assegnazione di un indirizzo IP a uno specifico client.

• Router (gateway predefinito), l’indirizzo del gateway della rete, cioè l’indirizzo IP a cui rivolgersi per effettuare una connessione all’esterno della rete, tipicamente ad Internet.

• Server DNS, server utilizzato dai client per la risoluzione dei nomi a dominio.

• Server WINS, server aggiuntivo, se necessario, per i computer che utilizzano Windows. Alla fine delle impostazioni, viene richiesta conferma per l’attivazione dell’ambito.[:]

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[:it]HTML – carattere[:]

[:it]Questo tag si definiscono fisici

il tag <b> attiva il grassetto (Bold)

il tag <u> sottolineato (U per underscore)

il tag <i> corsivo o italico

il tag <s> la cancellatura visibile (S strike out)

il tag <tt> attiva la mospaziatura  (TT sarebbe per TeleType)

il tag <sup> attiva il carattere apice (SUp Superscript)

il tag <sub> attiva il carattere pedice (Sub sta per Subscript)

 

 

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[:it]C++: esercizi sulle matrici[:]

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Kandiskij

1- L’utente inserisce una matrice MxN composta da numeri interi. Il programma scambia le righe pari con quelle dispari. Le dimensioni della matrice vengono scelte dall’utente tra i valori massimi fissati all’interno del programma (10×20).

2- Scrivi un programma che legga da tastiera due matrici A e B di NxN e calcoli la somma C = A+B, visualizzando le matrici ottenute.

3- Scrivi un programma che legga da tastiera due matrici A e B di NxN e calcoli il prodotto C = A* B, visualizzando le matrici ottenute.

4- Data una matrice con N coppie di numeri interi, individua se sono punti di una funzione che rappresenta una retta, una parabola, un’ellisse o un’iperbole data dall’utente.[:]

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[:it]C++: array bidimensionali: le matrici[:]

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Kandiskij

Si è definito con il termine array un particolare tipo di dato che permette di aggregare dati omogenei; interi, reali o stringhe di caratteri.

Gli array monodimensionali, composti da elementi omogenei (tutti dello stesso tipo) ognuno dei quali è identificato all’interno dell’array da un numero d’ordine detto indice dell’elemento.

Gli array, in realtà possono avere più di una dimensione: è possibile definire strutture di dati complesse (gli array multidimensionali) dove ad ogni dimensione viene associato un indice e quindi un elemento viene individuato da un insieme di valori, uno per ogni dimensione.

Tra gli array multidimensionali particolare importanza assumono gli array a due dimensioni, che prendono il nome di matrici (o array bidimensionali).

Ecco un esempio di lettura e stampa a video di un vettore:

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[:it]TPSIT – Linux – Approfondimenti DHCP – IP statico e configurazione[:]

[:it]Per poter far funzionare il server dhcp si può impostare il file di configurazione

/etc/dhcp/dhcpd.conf

Come risultato si ottiene che il server DHCP fornisce a un client un indirizzo IP nell’intervallo 192.168.1.10 ~ 192.168.1.100 .

Se il client non richiede uno specifico intervallo di tempo, la durata di “affitto” di un indirizzo IP è di 600 secondi; in caso contrario il valore massimo (consentito) è di 7200 secondi. Il server inoltre “avvisa” il client di utilizzare 255.255.255.0 come maschera di sottorete,

192.168.1.255 come indirizzo di broadcast,

192.168.1.254 come gateway –> usare un servizio internet per tutti quelli che devono navigare in internet

e 192.168.1.5 e 192.168.1.6 come server DNS.

quindi dando il comando

sudo /etc/init.d/isc-dhcp-server restart

sudo /etc/inid.d/isc-dhcp-server status si nota che:

Dal lato client ho la seguente situazione:

Fondamentale, per far funzionare il dhcp è necessario impostare un ip statico alla scheda di rete.

Bisogna saper leggere molto bene il file di log con il comando

service isc-dhcp-server status

ad esempio potrebbe comparire il messaggio:

debian isc-dhcp-server[2263]: Launching both IPv4 and IPv6 servers (please configure INTERFACES in /etc/default/isc-dhcp-server

a questo punto bisogna configurare il file /etc/default/isc-dhcp-server inserendo il nome della scheda di rete

oppure l’errore:

debian isc-dhcp-server[2263]: Starting ISC DHCPv4 server: dhcpddhcpd service already running (pid file /var/run/dhcpd.pid

significa che il sistema ha già impostato un pid per quel servizio e quindi non parte, bisogna cancellarlo e si vedrà partire il sistema.

 

Per far questo accedere al file

nano /etc/network/interfaces

quindi riattivare il servizio:

/etc/init.d/networking restart

Se si avesse la necessità di accedere al dns del provider è necessario impostare

nano /etc/resolv.conf

ed inserire le righe:

nameserver X.X.X.X

Al posto di X.X.X.X inseriremo i DNS del nostro provider.

Attenzione che il file resolv.conf nella fase di reboot si svuota per cui per far funzionare contemporaneamente il mio server con un provider che fornisce il servizio bisogna reimpostarlo.

Ad esempio un provider vodafone è 109.115.64.1

una volta modificato bisogna fare il reboot del servizio network[:]

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[:it]TPSIT – Windows: server per le reti e per il Web – PowerShell – ulteriori comandi [:]

[:it]

Claude Monet

Il prompt standard della finestra di PowerShell contiene la parola PS, seguita dal percorso della directory corrente.
I cmdlet, se hanno dei parametri questi sono preceduti dal
L’elenco completo dei cmdlet si ottiene scrivendo il cmdlet
get-command
L’elenco di tutti gli elementi utilizzabili in PowerShell viene visualizzato con
Get-command *
Per consultare la guida in linea, di un determinato cmdlet, digitare
get-help nome cmdlet
in alternativa
nome cmdlet -?
Una guida più dettagliata, con esempi e parametri, digitando:
get-help nomecmdlet -detailed
La guida solo con esempi:
get-help nomecmdlet -examples
Il comando
get-help about_*
fa accedere alla guida in linea di PowerShell, ai soli argomenti che iniziano (hanno in comune) about_
Per visualizzare le informazioni sull’uso dei parametri in PowerShell:
get-help about_parameter
in tal caso la lista potrebbe essere lunga, pertanto si può ricorrere all’uso di un pipeline con il comando more che visualizza una pagina per volta:
get-help about_parameter | more
Visualizzata la prima pagina,
passare alla pagina successiva premendo la barra spaziatrice,
alla riga successiva digitando il tasto invio
e per uscire digitare Q
update-help
aggiorna la guida in linea
Per fare una ricerca dei cmdlet e degli elementi di PowerShell si può usare get-command con diversi parametri:
get-command –verb
per la ricerca per verbo nella parte nome
get-command –noun
per la ricerca per sostantivo nella parte nome
get-command –name
per la ricerca dell’intero nome
Per conoscere la sintassi di un cmdlet oppure dei cmdlet in generale, digitare rispettivamente:
get-command –syntax nomecmdlet
get-command -syntax[:]

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[:it]TPSIT – Windows: server per le reti e per il Web – La risoluzione dei nomi di dominio [:]

[:it]Nella rete Internet ad ogni server è associato un nome, chiamato dominio. Se si conosce il nome di dominio, per trovare l’indirizzo IP corrispondente, si deve effettuare una richiesta a un server specifico che si occupa della traduzione o, più precisamente, della risoluzione dei nomi di dominio in indirizzi IP. Un server di questo tipo è chiamato server DNS (Domain Name System, sistema per i nomi di dominio).

Per installare il server DNS in Windows Server, occorre scegliere l’opzione Aggiungi ruoli :

Se l’installazione termina correttamente, nel Dashboard di Server Manager, viene aggiunta un nuovo riquadro di anteprima per il ruolo DNS aggiunto.

Per configurare il server DNS in modo guidato, nella finestra Gestore DNS, si può fare clic con il tasto destro sul nome del server e, nel menu che si apre, scegliere Configurazione server DNS. Le scelte per la gestione del server sono contenute nel menu Azione della finestra Gestore DNS.

Dalla linea comandi di PowerShell, si può verificare che il server DNS è attivo (running) scrivendo il comando:
get-service –name DNS
Il comando seguente esegue il riavvio del server DNS:
restart-service –name DNS.[:]

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[:it]TPSIT – Windows: server per le reti e per il Web – Esercizi sugli host della rete[:]

[:it]

Cezanne

Paul Cezanne

Sviluppare i seguenti esercizi usando PowerShell

  1. Andare a vedere il contenuto del file hosts presente nella cartella  / Windows/System32/drivers/etc/
  2. provare il comando ipconfig
  3. provare il comando ipconfig /all
  4. provare il comando ipconfig /release
  5. provare il comando ipconfig /renew
  6. effettuare il ping www.whymatematica.com
  7. provare il comando ping –n 10 www.whymatematica.com
  8. provare il comando ping -t www.whymatematica.com
  9. provare il comando Get-WmiObject –Class Win32_PingStatus –Filter “Address=’www.whymatematica.com'”su vari siti
  10. provare il comando Get-WmiObject –Class Win32_PingStatus –Filter “Address=’www.whymatematica.com'” | Format-Table –Property Address,ResponseTime,StatusCode su altri siti
  11. provare il comando 1..254 | Foreach–Object –Process {Get-WmiObject –Class Win32_PingStatus –Filter (“Address=’192.168.1.” + Dollaro_ + “‘”)} con dollaro sostituire il simbolo del dollaro
  12. provare il comando tracert www.whymatematica.com su altri siti per vedere i tempi di risposta.
  13. confrontare ed eseguire i comandi equivalenti su Linux

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[:it]TPSIT – Windows: server per le reti e per il Web – Gli host della rete[:]

[:it]Il file hosts, presente nella cartella /Windows/System32/drivers/etc/, contiene l’elenco degli host conosciuti.

Tra gli host noti c’è sempre localhost che viene associato all’interfaccia di rete di loopback e all’indirizzo IP 127.0.0.1.

ipconfig

visualizza indirizzo IP del computer in uso.

ipconfig /all

visualizza le informazioni in modo completo, in particolare per ogni scheda di rete fornisce l’indirizzo fisico (MAC address).

Se nella rete a cui si è connessi, è disponibile il protocollo DHCP (Dynamic Host Configuration Protocol) per l’assegnazione dinamica degli indirizzi IP, si può ottenere un nuovo indirizzo IP per il computer con i seguenti comandi:

ipconfig /release

e

ipconfig /renew

per ottenere l’assegnazione di un nuovo indirizzo IP.

Per verificare se un host è presente e attivo nella rete si utilizza il comando ping. In generale il comando misura il tempo in millisecondi che un pacchetto impiega a raggiungere un host e a tornare indietro. Se il pacchetto non torna indietro, significa che l’host è inattivo o che, per motivi di sicurezza, non risponde a quel tipo di pacchetto.

ping 127.0.0.1 

ping localhost

 

Viene inviata una serie di 4 pacchetti con 32 byte di dati; poi vengono visualizzate alcune statistiche che forniscono informazioni sia sull’host che sulla rete in generale.

ping www.whymatematica.com

Per inviare 10 pacchetti si usa il comando

ping –n 10 www.whymatematica.com

Con l’opzione –t il comando ping viene eseguito di continuo, fino a che viene interrotto con la combinazione di tasti Ctrl + C.

ping -t www.whymatematica.com

Le funzionalità del comando ping sono realizzate in PowerShell attraverso gli oggetti della classe Win32_PingStatus:
Get-WmiObject –Class Win32_PingStatus –Filter “Address=’indirizzo'”

ad esempio:

Get-WmiObject –Class Win32_PingStatus –Filter “Address=’www.whymatematica.com'”

L’esecuzione mostra molte informazioni, tra le quali è possibile effettuare una selezione attraverso una pipeline con il cmdlet Select-Object come la seguente, che visualizza solo l’indirizzo, il tempo misurato in millisecondi e il codice di stato:

Get-WmiObject –Class Win32_PingStatus –Filter “Address=’indirizzo'” | Format-Table –Property Address,ResponseTime,StatusCode

ad esempio:

L’esecuzione mostra molte informazioni, tra le quali è possibile effettuare una selezione attraverso una pipeline con il cmdlet Select-Object come la seguente, che visualizza solo l’indirizzo, il tempo misurato in millisecondi e il codice di stato:

Get-WmiObject –Class Win32_PingStatus –Filter “Address=’www.whymatematica.com'” | Format-Table –Property Address,ResponseTime,StatusCode

Il codice di stato (StatusCode) con valore 0 indica che il ping è stato eseguito correttamente.

Il ping può essere effettuato su più macchine contemporaneamente, in modo da avere un’idea del numero degli host che fanno parte della rete.

Per esempio, si può fare ping a tutti gli host della rete 192.168.1.0, supponendo di utilizzare una subnet mask standard 255.255.255.0, cioè si possono controllare tutti gli indirizzi IP partendo da 192.168.1.1 fino ad arrivare a 192.168.1.254.

Con la notazione
1..254
vengono indicati tutti i numeri che vanno da 1 a 254. Gli indirizzi IP da testare possono essere rappresentati quindi con la stringa 192.168.1. concatenata con una stringa contenente un numero compreso nell’intervallo 1..254. L’operazione è eseguita con una pipeline che utilizza un’iterazione Foreach-Object:
1..254 | Foreach–Object –Process {Get-WmiObject –Class Win32_PingStatus –Filter (“Address=’192.168.1.” + Dollaro_ + “‘”)}
È utile osservare come è stato costruito l’indirizzo, anche per capire l’utilizzo degli apici e dei doppi apici. Vengono concatenate le tre stringhe: l’indirizzo Address=’192.168.1. il numero Dollaro_ il singolo apice di chiusura ‘.

Un programma più avanzato è traceroute, che traccia (trace) il percorso (route) compiuto dai pacchetti per arrivare a destinazione evidenziando i nodi attraversati e il tempo impiegato per le singole tratte. In Windows si attiva scrivendo il comando tracert seguito dal nome di un sito Web oppure da un indirizzo IP.

tracert www.whymatematica.com

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