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Monet
Inserisco il link all’installazione di una macchina Proxmox per il Fuss Server.
Installazione di una macchina con Proxmox per il Fuss Server[:]
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Monet
Inserisco il link all’installazione di una macchina Proxmox per il Fuss Server.
Installazione di una macchina con Proxmox per il Fuss Server[:]
Vincent Van Gogh
Il carattere usato nella pagina può essere modificato mediante il tag <font> che possiede l’end-tag </font>.
Permette di formattare il testo in base a quanto specificato negli attributi che ne definiscono il tipo di carattere, il colore e la dimensione.
Sulla dimensione dei caratteri vi sono grosse limitazioni, in quanto HTML prevede soltanto 7 misure diverse.
Tipo di carattere (face)
Permette di modificare il tipo di font utilizzato per visualizzare le parole.
Si può indicare più di un carattere in quanto non tutti i font sono installati su ogni sistema. Il browser cerca il primo tipo di carattere disponibile nel sistema, se non lo trova passa al successivo e così via. Se nessun carattere specificato è presente nella macchina dell’utente, il browser, utilizza il carattere predefinito.
La dimensione del carattere (size)
Il colore del carattere (color).
Ecco un esempio della loro applicazione ed il relativo output:
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Monet
PowerShell e’ una shell con prompt interattivo e un interprete a riga si comando come la shell cmd.exe, ma con piu’ comandi e maggiori funzionalita’.
Si possono programmare script.
PowerShell si basa sui principi della programmazione ad oggetti (classi, oggetti, metodi, proprieta’), in particolare usa la sintassi e le parole chiavi del linguaggio C# (leggi C sharp).
Utilizzata principalmente dagli amministratori di sistema nella gestione delle risorse e dei processi.
In PowerShell, nella costruzione delle linee di comando, si utilizza il concetto di cmdlet (leggi command-let).
I cmdlet agiscono sugli oggetti. Essi sono un piccolo programma della shell che svolge una funzione specifica e che puo’ essere attivato dalla riga di comando.
I cmdlet possono essere poi combinati tra loro e produrre funzionalita’ di elaborazione avanzate.
I nomi dei cmdlet sono composti da un verbo-sostantivo.
In base al verbo, possiamo individuare 4 tipologie:
· get (per ottenere dati)
· set (per impostare o modificare dati)
· format (per formattare dati)
· out (per indirizzare l’output di un elaborazione, oppure anche write, add, export, ….)
Oltre ad essi, PowerShell mette a disposizione altri elementi, da utilizzare negli script o dalla riga di comando, quali funzioni, alias, applicazioni e filtri.
COME AVVIARE LA PowerShell se installata
(altrimenti occorre scaricare da internet il file eseguibile che avvia l’installazione):
Combinare tasto logo di Windows + F
Selezionare categoria App
E nella casdlla di ricerca scrivere PowerShell
In alternativa
Sulla riga di comando della finestra Prompt dei comandi di windows, scrivere PowerShell.
Il prompt standard della finestra di PowerShell contiene la parola PS seguita dal percorso della directory corrente.
PowerShell non e’ case sensitive nella scrittura delle righe di comando.
Per uscire da PowerShell, digitare
exit
nella riga di comando.
Prima di continuare la trattazione sul server Windows preferisco fare un brevissimo richiamo sui comandi usati nella PowerShell.
Ad esempio per poter editare un testo nell’ambiente Linux si ha ad esempio vim oppure gedit oppure nano.
Sotto Windows si usa ad esempio notepad
è sufficiente editare
notepad nomefile.txt
per crearlo o editarlo.
Ecco una schermata con i maggiori comandi:
[:]
[:it]Il comando che si usa all’interno del PowerShell è:
get-service
il cui output è il seguente:
Poiché l’elenco dei servizi può essere molto lungo, è conveniente effettuare una selezione sul nome del servizio:
get-service -name Adobe*
Si può cercare anche un servizio con il display-name
get-service -dispayname *Update*
si hanno output di questo genere:
il servizio viene avviato attraverso il cmdlet Start-Service oppure con il cmdlet Stop-Service si può arrestare un servizio oppure Per riavviare un servizio si utilizza il cmdlet Restart-Service.
Ad esempio:
start-service -name pla
restart-service -name pla
stop-service -name pla[:]
[:it]All’avvio di Windows Server, dopo l’identificazione dell’utente, viene presentata la finestra Desktop con i tre pulsanti principali in basso a sinistra:
• Server Manager
• Windows PowerShell
• Esplora File.
Per aprire la schermata Start, che è la home page delle applicazioni di Windows (dette app), occorre premere il tasto logo di Windows. Il primo pulsante Server Manager apre la pagina del Dashboard (letteralmente cruscotto) che permette di effettuare le operazioni fondamentali di configurazione e manutenzione del sistema.
Windows PowerShell non necessariamente è impostato nel sistema e con alcuni passi lo si può installare.
Windows Server utilizza i concetti fondamentali di ruolo e funzionalità. I ruoli (roles) descrivono le funzioni primarie svolte da un server.
Le funzionalità (features) specificano e aggiungono caratteristiche operative al server. Un server specializzato svolge un solo ruolo, ma normalmente su uno stesso computer sono presenti diversi ruoli corrispondenti a diversi servizi.
I ruoli installati sono visualizzati nella parte inferiore del Dashboard in appositi riquadri (anteprime) che contengono le opzioni: Gestibilità, Eventi, Prestazioni, Risultati BPA (Best Practices Analyzer).
I ruoli e le funzionalità possono essere aggiunti o rimossi con la scelta nel Dashboard oppure dal menu Gestione in alto a destra: le operazioni sono facilitate per l’utente attraverso una sequenza di finestre di dialogo (Aggiunta guidata ruoli e funzionalità).
I ruoli comprendono la maggior parte dei server: Web Server, DHCP Server, DNS server.
Le funzionalità sono programmi che aggiungono servizi minori, estendono le capacità del server e dei ruoli, o ne facilitano la configurazione: per esempio il servizio di assistenza remota o il server SMTP.
Le finestre consentono di verificare anche i ruoli e le funzionalità già installate: sono quelle che hanno il segno di spunta nella casella e la descrizione in grigio.[:]
[:it]PowerShell è una shell a riga comandi che permette di richiedere ed implementare tutte le funionaltà presenti in un server o in un semplice client.
Una limitazione fondamentale all’automatizzazione dei task in Windows era il fatto che le sue interfacce di amministrazione native erano aperte ai tool grafici proprietari di Microsoft, e ad ogni interfaccia di script che Microsoft poteva scegliere di fornire. Poiché la GUI costituiva l’interfaccia primaria, risultava difficile fornire “wrapper” in grado di essere inseriti in script – una situazione che è esattamente agli antipodi di quella della maggior parte delle implementazioni di UNIX, in cui una riga di comando in grado di eseguire degli script forniva le funzionalità base.
Nella maggior parte dei compiti di tutti i giorni, PowerShell può sostituire cmd.exe e Windows Script Host (WSH). Tuttavia, per motivi di retrocompatibilità, sia cmd.exe che WSH continueranno ad essere supportati da Windows.
Inoltre, a differenza degli ambienti Unix, né command.com né cmd.exe rispettano lo standard POSIX.2
Per l’attivazione di Power Shell su Windows server 2008 si deve andare su
start
server manager
features
add features
selezionare Windows PowerShell
A questo punto fare il reboot del server.[:]
[:it]La necessità di usare ed attivare una macchina virtuale su un sistema Linux, permette avere più sistemi operativi contemporanei sulla stessa macchina.
Ossia ho attivo sia un server Linux che un server Windows contemporaneamente.
La cosa ha un impatto puramente didattico anche se sempre più spesso sullo stesso server sono in esecuzione più sistemi operativi che condividono le risorse hardware ma che sono realmente due sistemi diversi.
Ad esempio un server Linux è sempre più presente nei mainframe o su AS/400 in maniera da consentire di avere i vantaggi di un server As/400 o z/os e i vantaggi di avere programmi scritti in C++ o Java o altri linguaggi che normalmente non sono compilabili su server precedentemente menzionati.
Per vedere la versione di Ubuntu che si ha installata usare il comando:
lsb_release -dc
Nella versione Ubuntu 16.04.4 LTS codename xenial, è presente
VirtualBox (virtualbox-qt 5.1.34-dfsg-Oubuntu1.16.04.2
è sufficiente installare o dall’Ubuntu Software Center o scaricarla e poi installarla.
A questo punto si scarica la versione Windows server 2008
Perché questa versione e non la Windows server 2012.
Innanzi tutto perché l’ultima è a pagamento e per scopi didattici può andar bene anche la Windows server 2008.
Si può scaricare sia a 32 che a 64 a seconda della configurazione del proprio hardware.
A questo punto il file di estensione .ISO viene salvato su una directory del nostro sistema Linux e diventerà il nostro cd rom virtuale da cui si eseguirà il boot.
Durante la fase di installazione della virtual box si chiederà lo spazio dedicato e la ram dedicata al sistema operativo scelto. Mantenere pure quelle di default proposte dal sistema.
Quindi andare sul pannello di impostazioni ed associare il percorso ed il file ISO come se fosse il CD-ROM da cui fare il boot.
Al termine dell’installazione del server Windows server 2008 si dovrà inserire la password per il server.
[:]
[:it]Il controllo delle porte, sulle quali vengono accettate le connessioni, permette di stabilire quali servizi sono attivi su un host.
Per esempio, se si verifica che la porta 21 di un host è aperta, si può supporre che su quell’host sia in esecuzione un server ftp; se la porta aperta è la 80 o la 8080, si può supporre che sia in esecuzione un server Web.
Il comando da usare è netstat:
netstat -a
visualizza l’elenco delle porte sulle quali un server è in attesa di connessione (listening):
Altre opzioni utili sono: -b, mostra gli eseguibili che utilizzano le connessioni -n, mostra il numero di porta -p protocollo, mostra solamente le connessioni di un certo tipo (per esempio TCP).
netstat -e
L’opzione –e mostra le statistiche riguardanti la scheda di rete Ethernet:
Praticamente solo pacchetti punto a punto.
L’opzione –s visualizza informazioni statistiche (può essere utilizzata insieme all’opzione –p che permette di specificare il protocollo):
[:]
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raspberrypi.org fornisce un utile strumento chiamato NOOBS [New Out Of the Box Software], che gestisce per noi l’installazione e/o la reinstallazione del firmware di Raspbian o altri firmware ufficiali.
Il suo utilizzo, specie in ambito didattico, è più che consigliato poiché permette la semplificazione del processo di reinstallazione del sistema operativo voluto senza dover ogni volta riscaricare il file .img del firmware (risparmiando così all’utente il tempo di scaricamento del file) ed effettuare il flash (processo scrittura/riscrittura di un firmware su una memoria, in questo caso la scheda SD) dello stesso.
Per poter installare NOOBS è sufficiente:
Nel caso in cui NOOBS sia già installato nella vostra scheda SD, per poter reinstallare il sistema operativo sarà sufficiente ripetere i passi precedentemente scritti partendo dal punto 5.
Nel caso in cui vi fossero problemi durante la procedura, viene fornita una documentazione piuttosto esaustiva sul sito raspberrypi.org: https://www.raspberrypi.org/documentation/installation/noobs.md[:]
Sono gli elementi che non hanno tag di chiusura, come per esempio il tag che permette di andare a capo.
Il tag <br/> permette di andare a capo in qualunque momento (br=break).
Il tag <hr/> crea una riga di separazione. Il testo è disposto sequenzialmente, come se si trovasse in un’unica riga, e il browser provvede a visualizzare a capo un testo quando incontra il tag <br/>
Ecco i parametri del tag hr
esempi:
<hr size=4 width=80%>
<hr size=10 width=40>
<hr size=10 width=40 align=”left”>
<hr size=10 width=40 align=”left” noshade>
<hr size = 5 width=20 align=”right”>