[:it]HTML:empty tag[:]

[:it]Sono gli elementi che non hanno tag di chiusura, come per esempio il tag che permette di andare a capo.

Il tag <br/> permette di andare a capo in qualunque momento (br=break).

Il tag <hr/> crea una riga di separazione. Il testo è disposto sequenzialmente, come se si trovasse in un’unica riga, e il browser provvede a visualizzare a capo un testo quando incontra il tag <br/>

Ecco i parametri del tag hr

  • SIZE=”n” —specifica l’altezza della linea in pixel (n e’ un intero).
  • WIDTH=”n”, or “n%” —specifica la larghezza della linea, in pixel o in percentuale della larghezza dello schermo (n e’ un intero).
  • ALIGN=”left”, “right”, “center” — specifica l’allineamento della linea all’interno della pagina. Il valore di default e’ center.
  • NOSHADE —Disegna la linea come una barra solida di colore — di default la linea e’ una barra ombreggiata

esempi:

<hr size=4 width=80%>
<hr size=10 width=40>
<hr size=10 width=40 align=”left”>
<hr size=10 width=40 align=”left” noshade>
<hr size = 5 width=20 align=”right”>

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[:it]HTML: Block Level Tag[:]

[:it] 

Sono gli elementi che formano blocchi di testo, determinano un’andata a capo alla fine del tag di chiusura.

Il tag <p> permette di creare un nuovo paragrafo. p è l’iniziale di paragraph che in italiano sognifica paragrafo. Serve per marcare l’inizio di un nuovo paragrafo e produce una spaziatura di riga maggiore per separarlo, in modo evidente, dal precedente.

E’ molto importante che i paragrafi siano separati dal tag <p>, in quanto il browser ignora qualsiasi indentazione o linea vuota venga inserita nel documento sorgente HTML. Il tag di paragrafo viene utilizzato anche per definire l’allineamento del testo, grazie all’attributo align.

Sintassi

<p align=”allineamento”> testo del paragrafo </p>

allineamento può assumere i valori:

left –> allineamento a sinistra

right–> allineamento a destra

center –> allineamento al centro

justify –> giustifica il paragrafo

Eccone un suo esempio e l’output relativo:

Sempre nella stessa categoria appartiene i tag di paragrafo

<div> che prevede l’uso di chiusura </div>, anch’esso consente di marcare e di gestire l’allineamento, l’unica differenza è che non vengono inseriti spazi all’inizio e alla fine del paragrafo marcato.

Sintassi

<div align=”allineamento”> testo </div>

allineamento può assumere i valori:

left –> allineamento a sinistra

right–> allineamento a destra

center –> allineamento al centro

justify –> giustifica il paragrafo

eccone un esempio evidenziando la differenza tra i due tag.

Si possono usare anche i rientri usando la parola <blockquote>. Ad ogni <blockquote> corrisponde un rientro di 1 cm. Si possono sommare più tag consecutivi, ciascuno di essi provoca un ulteriore rientro.

Da notare in questo codice che inserisco l’indentazione dei comandi.

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[:it]TPSIT Raspberry, approfondimenti [:]

[:it]RASPBERRY……

Per passare dal terminale del raspberry all’interfaccia grafica

startx

Per vedere la versione del tuo Raspbian (S.O.) installato

cat   /etc/os-release

Per spegnere il Raspberry, prima di togliere l’alimentatore, digitare

sudo poweroff

Inizialmente il sistema operativo del nostro Raspberry ha solo 1,8 GB di memoria (ossia la dimensione dell’immagine scaricata sulla micro scheda), che però può essere estesa a tutta la capacità della nostra scheda SD.

Sudo Raspi-config

Per accedere al menu di configurazione del Raspberry pi (selezionare  →expand filesystem)

Da qui si puo’ cambiare anche la password

Si puo’ impostare l’avvio dell’interfaccia grafica all’avvio del nostroRaspberry (→enable boot to desktop)

Nelle opzioni avanzate

(oppure Selezionando  “Interfacing Options”, quindi selezionare “SSH” e scegliere “Yes”. Selezionare “OK” e quindi “Finish”.)

→hostname per cambiare nome al Raspberry pi nella rete locale e nel terminale dei comandi

→SSH  per attivare il server SSH

SSH è un protocollo di  comunicazione che permette di stabilire una connessione sicura ad un computer remoto tramite interfaccia a linea di comando.

Utilizzando questo protocollo possiamo collegarci al Raspberry Pi  dal nostro PC ed eseguire dei comandi sul Rasperry Pi da remoto,non avendo a disposizione  un display, mouse e tastiera da collegare al Raspberry Pi.

Ssh pi@indirizzo IP

Pw …..

Warning…..yes    o   y

Simile al servizio telnet ma si differenzia da questo per l’uso di connessione crittografata e autenticazione con chiave pubblica.

Per uscire dalla configurazione, back e finish con il tasto TAB

Per lavorare in locale il cavo di rete si puo’ scollegare, mentre e’ necessario per lavorare in remoto.

Breve Riepilogo Comandi

 

per vedere il contenuto di una cartella

ls

ls  -a mostra anche i file nascosti (quelli che iniziano con un punto)

ls  -l   mostra le informazioni in  modo dettagliato

per spostarsi tra le cartelle

cd

da ricordare che dopo il login dell’utente, ci si trova nella home ed il prompt del sistema è individuato da nome utente ∼          (per essere chiari /home/utente)  La cartella su cui si sta lavorando è quella scritta prima del

Per risalire di un livello tra le cartelle

cd  ..

per tornare alla root

cd  /

per copiare un file

cp  nome_file         /Scrivania/nome_file

per copiare anche sottocartelle

cp  -r   nome_file         /Scrivania/nome_file

per cambiare i permessi ad un file (visibili con ls  -l)

alla creazione di un un file, di default gli vengono assegnati i permessi di scrittura e di lettura)

chmod   u+x  nomefile

(assegna il permesso di esecuzione del file, all’ utente)

chmod  u-wx  nomefile

(toglie il permesso all utente di scrittura e di esecuzione  sul  file)

 

 

 

 

 

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[:it]Prove di maturità sistemi e reti[:]

[:it]

  1. Anno 2016

    Giacomo Balla

  2. Anno-2014
  3. Anno_2012
  4. Anno_2008
  5. Anno_2006
  6. Anno_2004

[:]

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[:it]TPSIT Linux–>configurare server SSL[:]

[:it]Utilizzare https è indispensabile nel caso di transazioni riservate.

https è acronimo di Hyper Text Transfer Protocl over Sicure Sockets Layer.

Genero la chiave privata con il comando:

openssl genrsa -des3 -out server.key 1024

Adesso uso sempre ssl per la generazione della richiesta di un certificato digitale.

Ossia passo al comando la chiave provata precedentemente generata ed il nome del file di output.

Nella fase di CSR (Certificate Signing Request) vi saranno richieste alcune informazioni.

La richiesta dovrebbe essere adesso mandata ad un ente certificatore che carica il file CSR per emettere il certificato autentificato.

Supponiamo di essere noi gli enti certificatori come se lo autofirmassimo.

l’opzione x509 serve per utilizzare lo standard x.509 dei certificati digitali, il certificato durerà 365 giorni.

Adesso si copiano i file creati nella directory

/etc/ssl/certs i certificati

/etc/ssl/private le chiavi private

cp server.crt  /etc/ssl/certs

cp server.key /etc/ssl/private

Adesso bisogna andare a digitare il file di configurazione di apache

nano /etc/apache2/sites-available/default-ssl.conf

modificando nella seguente maniera:

Adesso si fa ripartire il server apache2 con il solito comando

service apache2 restart

chiederà la password della chiave privata e poi si dà l’attendibilità del certificato.[:]

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[:it]TPSIT Linux: backup[:]

[:it]Il miglior software per poter fare il backup è rsnapshot

Esso permette uno snapshot di ogni file, ossia è un backup incrementale dei file usati.

La tecnica dei backup incrementali è molto veloce in fase di backup ma molto lenta in fase di restore perchè deve andare a riprendersi tutti i pezzi del file modificato.

Per generare la chiave pubblica e privata tramite ssh usare il comando

sudo ssh-keygen -t rsa

chiederà di salvare la chiave in un file. Non inseriamo una password per far s’ che tutti i computer che faranno un backup non richiedano la password.

dopo che si è importata la chiave si può eseguire il backup

ssh-copy-i /percorso/chiave.pub

si va poi a configurare il file /etc/rsnapshot.conf

per verificare se il file è corretto digitare

rsnapshot configtest

per effettuare il back digitare il comando

rsnapshot nnomedelbackup[:]

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[:it]TPSIT: crittografia –> SSH[:]

[:it]Per connettersi a un computer remoto si può usare telnet. Questo programma permette di aprire una connessione con un computer remoto, effettuare il login e, sempre dalla linea comandi, lanciare l’esecuzione di comandi come se fossero eseguiti dal computer locale.

 

Il problema principale è che il nome utente e la password vengono inviate dal client al server in chiaro senza alcuna crittografia.

E’ stato creato un protocollo, chiamato SSH (secure Shell) che utilizza algorimti RSA.

Installazione server:

sudo apt-get install openssh-server

adesso si va a configurare il file di configurazione ma prima si fa il back up dello stesso file:

sudo cp -a /etc/ssh/sshd_config /etc/ssh/sshd_config_backup

adesso si va ad editare il file

sudo nano /etc/ssh/sshd_config

metto una porta diversa così da togliere quella di default

2105

adesso fai un restart del server con il comando

service ssh restart

Per connettersi al server si può usare il comando:

ssh nomehost -l nomeutente

le chiavi saranno salvate nella cartella .ssh contenuta nella cartella di ogni utente oppure all’interno della home.

Per generare una chiave pubblica e privata dare il comando

ssh-keygen -t rsa

Adesso bisogna fornire la chiave pubblica al server ssh per consentire la connessione con l’utente

con il comando

ssh-copy-id i percorso/nomefile.pub utente@dominio

e viene aggiunata la chiave pubblica al file di configurazione authorized_keys2

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[:it]TPSIT Linux: i log di sistema[:]

[:it]La directory in cui vi sono i log di sistema è:

/var/log

per vedere cosa accade durante l’avvio del sistema si usa il comando:

dmesg | more

Si può poi ulteriormente vedere i log di sistema con il comando

gnome-system-log

E’ buona norma per un sistemista avere sempre questa schermata aperta per controllare cosa capita al sistema.

A intervalli regolari di tempo predefiniti, i file di log vengono prima ruotati, ovvero automaticamente rinominati e sostituiti da nuovi file, dunque compressi con gzip, allo scopo di ridurre lo spazio necessario alla loro memorizzazione, mantenendoli però sempre disponibili per controlli futuri.

Il comando logrotate si occupa della rotazione dei file di log. Di norma, logrotate, il cui file di configurazione risiede in /etc/logrotate.conf, viene lanciato a intervalli periodici dal servizio cron.

Ecco il contenuto del file di configurazione logrotate.conf

si può notare che viene creato settimanalmente.

Avvertenze per il buon sistemista:

  • i file di log vanno in dischi che non devono essere acceduti da altre applicazioni. Dischi di sistema fisico distinti da quelli in cui vi sono messi i dati.
  • la rotazione dei file di log dovrebbe essere fatta ad un’opportuno momento per evitare che diventino troppo grandi e quindi ingestibili sia dal sistema ma anche da chi poi deve analizzarli e leggerli.

Per vedere quando è stata fatta l’ultima rotazione del log si digiti il comando

cat /etc/var/lib/logrotate/status

il cui contenuto è:

Nota. per cercare un file nel sistema è sufficiente usare il comando locate mome_del_file

Il file di configurazione del log di sistema si trova in

etc/syslog.conf  

in UBUNTU tale file si chiama rsyslog.con

Lettura dei log con i comandi base

less /var/log/auth.log

per uscire dal programma digitare q.

grep sshd /var/log/auth.log | less 

cerca sshd all’interno del file auth.log

Esaminare i log con il comando head

head /var/log/auth.log

mostra le prime dieci righe di un qualsiasi file di testo

Esaminare i log con il comando tail

tail /var/log/kern.log

si visualizza solo la parte finale di un file

tail in tempo reale

tail -f /var/log/apache2/access.log

si viusualizzano gli aggiornamenti in tempo reale.

Log di autorizzazione

/var/log/auth.log

ad esempio

grep sshd /var/log/auth.log

 

 

 

 

 

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[:it]TPSIT: Linux: vedere che pacchetti sono installati sul sistema[:]

[:it]Per verificare che pacchetti sono installati sul sistema è sufficiente digitare il comando

cat /var/lib/dpkg/status

ad esempio per verificare se Python è installato o meno si digiti:

Con il comando:

dpkg -l

ho la lista completa dei pacchetti installati.

mentre con il comando

dpkg -l>elenco.txt

salvo l’intero elenco in un file chiamato elenco.txt[:]

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[:it]TPSIT: III equazione di Maxwell[:]

[:it]

giacomo balla

Un campo magnetico variabile comporta l’esistenza di un campo elettrico e viceversa che un campo elettrico variabile comporta l’esistenza di un campo magnetico, e questo è una conseguenza del principio di relatività.

Le equazioni di Maxwell (alla base dell’elettromagnetismo) sono invarianti per le trasformazioni di Lorentz (sistema di riferimento relativistico), mentre non lo sono per quelle di Galileo.

Nel post che mette in relazione il potenziale elettrico con il campo elettrico, si era arrivati ad affermare che:

E=-\cfrac{\delta V}{\delta r}

ossia:

V=\oint \vec{E}d\vec{l}

inoltre il flusso di campo magnetico è dato da:

\phi _{B}=\int \vec{B}\vec{u_{N}}dS

adesso unendo queste nella formula di Farady:

V=-\cfrac{\delta \phi \left ( \vec{B} \right )}{\delta t}

si ha:

\oint \vec{E}d\vec{l}=-\cfrac{\delta}{\delta t}\int \vec{B}\vec{u_{N}}dS

In forma differenziale e lo inserisco solo per coerenza nella trattazione specifica la relazione precedente può essere scritta come:

\nabla \times \vec{E}=-\cfrac{\delta \vec{B}}{\delta t}

che si legge il rotore di E è dato dalla variazione nel tempo del campo induzione magnetico.[:]

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